Raffaele Serra “MAGNETIC MIRROR” (2016, Mantric Wave)

santurAlbum realizzato con strumentazione minima, potrebbe essere sottotitolato con “meditazione per santur e percussioni”, come sintesi di un’ interazione melodico-ritmica: sulle variegate linee melodiche (ipnotiche e al contempo complesse) del santur di Serra, Ravi riesce a tessere una pulsazione ritmica sempre adeguata, su tempi pari ma dal fraseggio asimmetrico. Degna di nota è la dinamica del santur, strumento che il compositore ha saputo reinterpretare conferendogli una duttilità espressiva che in altri esecutori è  praticamente assente. Tutti i brani sono armonicamente orientati sul sistema modale, nello specifico sull’ accordo di La7b5 che mantiene l’atmosfera sospesa tra la scala minore naturale e il modo lidio.
Fra  le tracce che compongono l’album spiccano “Garden in the void” – in cui Raffaele Serra dialoga con sè stesso; “Love v/s gravity” e “Stars like dust” – con i due strumenti che procedono su ritmi incalzanti nel primo e più dilatati nel secondo, mentre “Siege of the unseen” vede un fraseggio minimale e introspettivo del santur con percussioni etniche, piatti e gong. Molto suggestiva la copertina, raffigurante un labirinto inciso su rame. Un album interessante, con cui Serra sembra ritagliarsi una sorta di disgressione “etnica” rispetto al suo percorso prettamente elettronico: un’ulteriore conferma della poliedricità dell’artista milanese.

Raffaele Serra: santur elettrificato, electronics
Alessandro Ravi: batteria, syncussion, missaggio
Registrato al “Mekon Studio” – Febbraio 2016

Ascolto dei brani su YouTube

Discografia di Raffaele Serra qui

(Carlo Gherardi)

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